4 oct 2017

Il mare e i suoi abissi







Condannata a perdere tutte le battaglie,
scelsi di essere mare anziché roccia;
essere sospinta dal vento, senza timore di soccombere
di fronte all’oscura vertigine delle scogliere
perché dopo la caduta
so della forza con cui si sollevano
le mie infuriate onde
e dei vortici che formano.

So della soffice schiuma che appare dopo il fragore
 labbra anelanti che svaniscono nel baciare le tue coste 

Non eviterò il mio sale, capace di corrodere le navi imponenti;
non eviterò lo sbocco di acque dolci
che mi recano notizie di altri mondi.

Accoglierò nel mio ventre creature nobili, bestie feroci
e sarò testimone degli amori che si abbracciano con il viavai
della mia musica.

Seppellirò cadaveri e sogni,
ma varrà la pena questo infinito di contraddizioni
perché so che mi troverai un giorno.
Chiederai luce alle stelle
per farmi navigare nelle notti
e coraggioso come Ulisse
affrontare tutte le tempeste
per condurmi a una spiaggia
dove il mio corpo cristallino
accenderà su calde sabbie la sua danza;
i tuoi piedi si abbracceranno a effimere carezze
con il desiderio di accogliermi
o di restituirmi alle mie acque,
perché un marinaio in terra
è un uomo che ha perso la vita.

Traduzione: Gianni Darconza

No hay comentarios:

Publicar un comentario

Entradas destacadas

A mi patria

  Yo, como un exiliado en tierra extraña sufro el hambre de tu cielo porque la patria te persigue siempre para re...