29 mar 2018

A mi patria





 Yo, como un exiliado
en tierra extraña sufro el hambre de tu cielo
porque la patria te persigue siempre
para recordarte que un árbol sin raíces
es un árbol que lentamente se marchita

Y cuando todo este universo
colmado de farsantes
se extinga en mis pupilas
y me quede solo un verso al final
de mis pasos ya cansados
Iré a buscarte con mis huesos
curtidos por el tiempo
y en un abrazo sin retorno
te entregaré en silencio
la última gota de mi afán






¿Aún existes?





A las mujeres víctimas de la violencia de género




Si me cierras los labios con tu puño cerrado
yo escaparé de ti
sin esperar que un príncipe venga en mi rescate
Si haces sangrar mi sexo
tomándome a la fuerza,
yo escribiré versos
que germinen en cada cicatriz
Mis palabras te recordarán que fue una mujer
quien acunó tu frágil cuerpo en sus entrañas
desconociendo el poder de tu metamorfosis
Porque soy yo la madre
a la que le sigues desgarrando el vientre.
Soy yo la carne con la que cocinas tu cena
y traes a dios como invitado
Sin embargo desde lejos
aguardo el instante reversible,
el día en que muestres tu rostro
digno de pertenecer a nuestra especie;
-hombre capaz de sostener la mariposa en sus manos
sin mutilar sus alas

29 oct 2017

L'aura

Fotógrafo: Marisol Bohorquez G

A Laura Libreros


¿De dónde vienes?
que tu piel le abre fisuras al viento
para hacernos respirar tu aire
¿De dónde? te insisto
si eres poesía y en mis dedos te vuelves poema

Yo que soy sobreviviente de todos los vicios humanos
me siento condenada en tus ojos
Fuego que mengua el colorido de cada primavera
para imponer su verdor

En tí 
las cosas que no pueden nombrarse
tienen alma de verso
Quien no se arriesga ante el abismo
jamás sabrá si existe eternidad

25 oct 2017

Pudore


Guardarti…
e più eterna della roccia
abitare il tuo silenzio
‑innominabile dimora‑

Traduzione: Gianni Darconza

Olvido


 
Tanta paciencia tuve,
que todo lo he olvidado
          Arthur Rimbaud



No risas, no lágrimas, no imagen.
En el profundo abismo de la memoria
las palabras se esconden,
se deslizan por las sombras
para no ser nombradas,
intentan no revivir los despojos del pasado.

13 oct 2017

La poesía che non volle essere scritta






Fui testimone della guerra ancor prima di nascere
Io ero un pezzo di carne che cercava di battere
nel tuo ventre minacciato dall’angoscia

Resistemmo alla fame dei violenti
La pioggia cancellò il silenzio che lasciarono i proiettili
Lavammo i nostri incubi nei fiumi tinti di sangue
e mordemmo l’oscurità divenuta cenere
per affrontare la paura di una nuova alba
con la morte in attesa

Vedemmo madri piangere i propri figli
e mogli che eclissarono il giorno con il lutto nelle vesti
Ci afferrammo ogni notte alla protezione di divinità
che ancora non mostrano il proprio volto
e occultammo i sogni sotto il coprifilo della porta

Il ferro di cavallo della nostra buona sorte
fu la vittima benedetta di un proiettile vagante
affinché io potessi credere nei presagi

Io vidi la guerra ancor prima di nascere
conobbi il pianto di mia madre
e il fragore nel cuore di mio padre
prima dei canti nella culla

Vidi un arancio aspro piangere le sue arance marce
e fungere da rifugio a chi sotto i suoi rami
cercò di cancellare l’inferno dalla memoria

E mi chiedete perché non scrivo poesie sulla guerra?

A me, che ancora cerco di far tacere l’eco delle loro voci nei miei sogni

Traduzione: Gianni Darconza

Tendente all'infinito







Chiedi agli uomini di scienza di ciò che cresce senza misura.
Possono forse trovare l’esatta risposta al limite di questo 1 che sei tu
diviso per questa x, figura indefinita che sono io
che tende all’infinito?       

Le mie ali si espandono in un volo così alto.
Talvolta precipitano verso il punto zero;
‑abisso matematico‑
dove tutto ciò che pretende di essere moltiplicato
si riduce a nulla.
Lì, così prossime ad essere annullate, si elevano
come fragili bollicine che trovano salvezza in un bacio del vento,
e senz’altra uscita che questo indeterminato numero di probabilità
in cui spero di toccarti in qualche punto,
intraprendo di nuovo questo viaggio
‑curva d’amore che hai tracciato‑
nel piano cartesiano dei tuoi sogni.


Traduzione: Gianni Darconza


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